MICHELE PERGOLA, IL GIARDINO DI PIETRA

di Giulia Pergola

Ciò che voi chiamate Italia è, ai miei occhi, un giardino di pietra.
Questa è la sua forza, la sua bellezza e la sua tragedia. Questo è il suo incanto, la sua immutevole sostanza, la struggente forma del suo destino.
In questa Storia che ci sovrasta e ci supera, indifferente alle nostre storie, alle nostre piccole urgenze, alle nostre contingenze che, proprio nella loro caducità, sono la più autentica e sincera immagine della nostra vita, io non ho trovato mai il mio posto. MICHELE PERGOLA, IL GIARDINO DI PIETRA

GIULIA MARCHI, MULTIFORMS

di Gaia Palombo

«La sua presenza aveva la semplicità intelligibile di una pietra: in piena città, mi sembrava di essere di notte in montagna, tra solitudini senza vita».

(Georges Bataile in Pierre Angélique, Madame Edwarda, Éditions du Solitaire, 1937) GIULIA MARCHI, MULTIFORMS

DAVID LACHAPELLE – DOPO IL DILUVIO

di Vera Viselli

Se l’arte americana contemporanea può essere racchiusa in un nome, è quello di David LaChapelle. Fotografo iniziato e scoperto da Warhol, re­­­­­gista premiato al Sundance, nel 2006 presta i suoi occhi e la sua attenzione alla pittura e alla scultura italiane, grazie alle opere di Michelangelo, arrivando a concepire The Deluge, una serie monumentale finalizzata ad un’esposizione non più prettamente mediatica ma decisamente museale. DAVID LACHAPELLE – DOPO IL DILUVIO

DANIEL DUARTE, THAT WHICH REMAINS. IL TEMPO, LA NECESSITÀ DI PRESENZA

di Elide Massolari

A rintracciare le origini dell’arte, pittorica ma non solo, c’è un mito antico; ne abbiamo nozione da Plinio il Vecchio, che nel suo Naturalis Historia (XXXV libro) riferisce di una giovane, nota come Fanciulla di Corinto, che per scongiurare il dolore causato dall’imminente partenza del suo amato, ne disegna i contorni dell’ombra stagliata su un muro, proiettata da una fioca lanterna durante la notte. Un rito dalla simbologia pregnante, l’impulso elementare originato dalla necessità di trattenere, di sganciarsi dalla dimesione dell’effimero e della pura astrazione. DANIEL DUARTE, THAT WHICH REMAINS. IL TEMPO, LA NECESSITÀ DI PRESENZA