SCUOLA D’ARTE E DEI MESTIERI ETTORE ROLLI. UN PERCORSO NEL TEMPO E NELLA CULTURA

di Jamila Campagna

Nel panorama formativo italiano, in particolare nel settore dell’istruzione del Comune di Roma, esite un’interessante tipologia di scuole serali, che sono state ideate e strutturate per studenti lavoratori in tempi non sospetti, molto lontani dalla corsa alla specializzazione che è andata crescendo dopo il boom economico degli anni 50 e persino antecedenti le riforme culturali avviatesi con i primi del Novecento. Le Scuole d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma, originariamente chiamate Scuole per Artieri, sono state infatti fondate nella città capitolina nel 1871, con l’intenzione di offrire corsi pratici e storico-teorici che potessero ampliare la preparazione culturale di varie tipologie di artigiani (falegnami, fabbri, scalpellini, intagliatori, ceramisti, disegnatori, mastri vetrai, etc). Per la prima volta le Scuole per Artieri assurgevano le arti applicate alla cultura storico-artistica e mettevano le basi per una formazione interdisciplinare: i programmi prevedevano la combinazione di un approccio storico-umanistico accanto all’insegnamento scientifico di materie come l’aritmetica, la geometria, la fisica, la chimica, oltre ai laboratori pratici come quelli di disegno, arti meccaniche, arti del legno, arte muraria, impiantistica elettrica, per citarne alcuni.

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Le prime tre Scuole per Artieri fondate a Roma furono la Scuola Centrale (Rione Trevi), la Scuola Nicola Zabaglia (Rione Regola) e la Scuola Ettore Rolli (originariamente nel Rione Castro Pretorio), cui seguì, nel 1884, l’istituzione dei corsi della Scuola Preparatoria del MAI – Museo Artistico Industriale di Roma (fondato nel 1874). L’impostazione dei programmi e gli intenti formativi di queste scuole andavano ad anticipare di quasi cinquanta anni le innovazioni portate su scala europea dall’istituto di arte e mestieri Bauhaus, fondato a Weimer da Walter Gropius nel 1919. Dall’atto costitutivo del 1871 delle Scuole per Artieri di Roma, si legge che lo scopo istituzionale delle scuole era, sin dal principio, quello di «provvedere all’istruzione tecnico-professionale, alla cultura artistica, nonché all’elevamento dell’educazione morale» degli allievi: proprio come nel Bauhaus, l’intento era superare il distacco tra arte e artigianato e quello tra cultura umanistica e dimensione industriale; si intendeva conciliare l’aspetto tecnologico con l’acquisizione di un linguaggio formale simbolico, veicolo di contenuti, di fronte a una maggiore consapevolezza degli aspetti etici e sociali della figura umana.
Un’eccellenza, dunque, nel panoramo italiano, su cui non si pone la dovuta attenzione nonostante quattro di queste scuole siano ancora attive nella città di Roma, cariche di storia e con un’offerta formativa rinnovata a seguire le esigenze contemporanee.
Una di queste è la Scuola Ettore Rolli: attualmente sita in via Macedonia 120 di fronte allo splendido Parco della Caffarella, prende il nome dal Professor Rolli che partecipò alla fondazione e fece una donazione annua di 500 lire per il sostegno della scuola. Come le altre scuole di Arte e dei Mestieri di Roma, la Ettore Rolli è comunale ma mantiene un’indipendenza rispetto ai programmi ministeriali; ai suoi corsi si accede con il versamento di una quota e l’unico requisito di accesso è l’aver superato l’età della scuola dell’obbligo.
Nei suoi archivi racchiude ancora le tavole degli studenti più meritevoli, raccolte e portate alle esposizioni internazionali a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento: documenti storici che ci guidano fino al presente, con i corsi attuali, adeguati alle nuove esigenze dei cittadini.
Si tratta di una tipologia di scuola che è stata postmoderna ante litteram, già in origine proiettata verso una tipologia di formazione oggi definita longlife learning, in cui l’adulto è un apprendente in continua acquisizione di nuove competenze. Nel suo peculiare approccio, la Scuola Ettore Rolli insegna non solo a capire e a sapere ma, soprattutto, a saper fare: oggi la scuola propone corsi di informatica, fotografia analogica, fotografia digitale, grafica pubblicitaria, grafica editoriale, photoshop, web design, storia dell’arte, storia dell’illustrazione e del manifesto, storia del design e laboratori di stampa fotografica, pittura, trompe l’oeil e vetrate artistiche.

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All’interno della riflessione sul senso della Bildung, la scuola mira allo sviluppo a 360 gradi dell’individuo, affinché esso possa definire il suo ruolo nella società[1]. La mission della Scuola, partendo storicamente da quella necessità di un’educazione estetica indicata da Goethe e poi definita da Schiller – secondo cui «[l]e attività dello spirito qualificano la persona umana in modo permanente»[2] – arriva a costruire una consapevolezza della cultura dell’immagine, la visual culture necessaria per poter leggere correttamente una società occidentale contemporanea che utilizza con predominanza il canale visivo per la comunicazione di ogni tipo di contenuto, dal commerciale al politico.

[1]Ogni formazione (Bildung) è formazione politica […] un’introduzione continua e graduale nella polis.” e “[…] Ciò che per un popolo è la cultura – il vivere secondo principi riflettuti e voluti e la creazione di regolamenti consoni – è per il singolo la formazione (Bildung). Essa gli permette di vivere nella sua civitas, in cui gli assegna il suo posto.”, H. von Henting, Bildung, Henser, Munchen-Wien 1996 p. 12 e p. 205, in S. Baur, La pedagogia e le sfide della pluralità, Edizioni Erickson, Gardolo (TN) 2008, p. 84
[2] M. Gennari, Storia della Bildung, editrice La Scuola, Brescia 1997, p. 77.

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