GAZZELLE // BOLOGNA SONIC PARK

12 luglio 2019

Recensione e Gallery

a cura di Veronica Privitera e Antonio Pantaleo

Il 2019 si rivela un anno importantissimo per il cantautore romano Flavio Pardini, in arte Gazzelle, che, dopo aver riempito i palazzetti durante il tour invernale e dopo l’incredibile successo del suo ultimo album Punk, ha fatto tappa al Bologna Sonic Park 2019 per una delle date del suo tour estivo.

L’appuntamento del 12 luglio è iniziato in primissima serata con artisti della scena indie italiana come Eugenio in Via di Gioia e gli ormai famosi (grazie anche alla partecipazione al festival di Sanremo) Ex-Otago. Il pubblico è già caldo quando Gazzelle rimane però il cantante sale sul palco alle 22.00 in punto sulle note di Meglio così. Il cantante è molto meno impacciato sul palco rispetto ai primi tempi di notorietà, nonostante cerchi ancora di nascondersi dietro i suoi famosi occhiali da sole, che ormai pare lo accompagnino ovunque, e all’immancabile giacchetto con cui sfida il caldo soffocante del luglio bolognese.

La serata è proseguita con Non c’è niente, Nmrpm, Meltinpot e Sayonara, su cui il pubblico ha avuto modo di scatenarsi mentre Gazzelle ha intervallato il tutto con brevi discussioni con i suoi ‘’regà’’ e con qualche sigaretta.

Alternando brani tratti dagli album Punk e Superbattito, è poi arrivato il momento di uno dei pezzi più toccanti: Coprimi le spalle: una canzone molto vecchia, una delle prime scritte ben dieci anni fa, racconta Flavio, molto amata dalla madre. Seguono Scintille, Nero, Tutta la vita, la nuovissima Polynesia, Sopra e infine Zucchero filato, con quel ritmo che fa ballare e saltare.

Ad accompagnare Gazzelle una band composta da Claudio Bruno, alla chitarra, Claudio Laguarda, alla batteria, Gabriele Roja, al basso, e, alla tastiera, Valerio Smordoni, adorati e ringraziati più volte dal cantante per il loro lavoro e supporto.

A chiudere il live Martelli, eseguita chitarra e voce, e le intense Quella te e Non sei tu, che hanno lasciato il pubblico in uno stato di profonda e delicata malinconia che, in fondo, altro non è se non il tratto distintivo di Gazzelle.

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