M¥SS KETA // IL DONO DELLA SINTESI // RAI RADIO 2 INDIE LIVE

recensione e gallery fotografica


M¥SS KETA sotto la maschera esiste e canta forte e chiaro con la sua voce, ad azzittire gli scettici che l’hanno creduta un prodotto confezionato e inconsistente. Su quel palco balla anche e sembra uscita da un film di Sorrentino. Canta testi al vetriolo, ritratti di una Milano da bere che è diventata cocaina da tirare e pasticche da ingoiare. La Ragazza di Porta Venezia demonizza e approva al contempo, figlia di una generazione a cui non importa giudicare e senza ipocrisia si limita a constatare.

In un mix di umiltà e orgoglio, lo scorso 31 maggio a Roma, canta il primo brano sul palco della Sala B di Radio 2 e dice “E’ una meraviglia dire ‘Studio Rai di via Asiago’, chi lo avrebbe immaginato, ragazzi, eppure siamo qui tutti insieme, facciamoci un applauso che ce lo meritiamo!“.

M¥SS KETA dal vivo è assolutamente all’altezza del suo personaggio, o meglio dei suoi personaggi: sul palco dice di essersi vestita da Jessica Rabbit, ma quelle forme curvy, il colore dei capelli e tutta la sua spregiudicatezza fanno venire in mente Moana, mentre lei nomina Monica, Miuccia e Donatella – che solo il nome basta – e prende in giro tutto lo showbiz, tutto quel lusso da disprezzare e a cui ambire.
D’altra parte M¥SS KETA ha il dono della sintesi. Attinge all’immaginario Femen e all’immaginario Punk e, si sa, il Punk fa propri i simboli, tutti in contrasto tra loro, li remixa e li sovverte. E così non ti fa più capire da che parte della linea sta, poi prende la linea e la stropiccia, così i bordi diventano frastagliati e la confusione è tale da far cadere significati e significanti. Un trionfo di ritmo e parole affilate a sfiorare ciò che è osceno, blasfemo, indicibile – l’artista lo dice a un certo punto, a mo’ di gag, “Vi voglio bollenti, alziamo la temperatura, costi quel che costi! La Regia sta tremando…“.

Rinasce il culto misterico della parola cantata e messa sul palco, post-pop, e M¥SS KETA è una sorta di Venere di Milo, ma non quella del museo: è la caramella da collezione che Homer Simpson ruba e poi fa rotolare e perde sotto il sedile dell’auto, come un cretino, senza rendersi conto che è molto più che zucchero e gelatina; è la Venere accanto alla tenda rossa nella Loggia Nera di Twin Peaks. Perché in fondo lo sappiamo tutti che sotto la maschera di M¥SS KETA c’è pure Laura Palmer.

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