IL GIOCO DEL SILENZIO

di E. M.

Il gioco si svolge un teatro buio e immerso nel silenzio (se si fa eccezione per il solito brusio degli spettatori) quando il sipario si apre e compare una grande mano guantata che prende posizione sul palcoscenico.
Passa qualche istante ed arriva in sala l’altra mano che interagisce con il pubblico prima raggiungere anch’essa la scena.
Inizia così lo spettacolo dei Mummenschanz.
Nascono nel 1972 a Parigi dall’incontro di tre giovani, Bernie Schürch, Floriana Frassetto e Andres Bossard (scomparso nel 1992) che si sono formati negli anni sessanta nella pratica sperimentale in diverse discipline.
Il significato del loro nome è ballo in maschera; in realtà mummen descrive una maschera indossata nel medioevo dai mercenari svizzeri mentre giocavano a carte o ai dadi, per impedire che la mimica facciale li tradisse mentre schanz significa sorte, fortuna.
Per circa due ore, senza subire il trauma del tornado di Dorothy, si entra in un mondo immerso nel silenzio dove i più disparati oggetti di uso comune – rotoli di carta igienica, tubi, sacchetti di plastica, scampoli di stoffa, bidoni, etc – prendono vita, si trasformano.
Senza l’ausilio di scenografie o musica di sottofondo, queste bizzarre creature dialogano, s’innamorano, ci raccontano episodi di vita quotidiana.
Siamo rapiti ed incantati dal silenzio in una realtà parallela dove tutto può accadere ed accade,  in un luogo come il teatro dove spesso la parola è sopravvalutata – scelta decisamente coraggiosa  in un mondo bombardato da starnazzi vari ed eventuali.
In questa straordinaria realtà, ci si accorge della presenza degli attori solo quando il gioco finisce e sono sulla scena per salutare il pubblico.
E a malapena ci si accorge di aver trascorso le ultime ore nel più assoluto silenzio.«Words are trivial. […]Words are very unnecessary[1]

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Mummenschanz – Les musiciens du silence
8-17 maggio 2015
Teatro Olimpico, Piazza Gentile da Fabriano 17 Roma
www.mummenschanz.com
www.teatroolimpico.it

Immagini: courtesy of © MUMMENSCHANZ

[1] Martin Gore – Enjoy the silence; from “Violator”, Mute Records, 1990

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