DALLE POMPTINAE PALUDES ALL’AGER POMPTINUS. ARCHEOLOGIA E STORIA DELLA PIANURA PONTINA

di Gaia Palombo

Dalle Pomptinae Paludes all’Ager Pomptinus. Archeologia e storia della Pianura Pontina è il progetto che rinconferma il MAP Museo Agro Pontino come prezioso centro per la valorizzazione e la conoscenza del territorio. Un evento dal respiro internazionale inauguratosi lo scorso 19 marzo, che ha illustrato i risultati dei recenti studi dei ricercatori olandesi Gijs Tol e Timon De Haas del Groningen Institute of Archeology, ponendosi come ulteriore passo avanti delle accurate indagini sulla pianura pontina (Pontine Region Project) che ormai l’università olandese porta avanti dagli anni Ottanta.

Tali ricerche sono confluite dal 2012 su due luoghi precisi della Via Appia: Forum Appii (Foro Appio) e Ad Medias (tra le Migliare 51 e 52 intorno al casale settecentesco di Mesa di Pontinia), nell’ambito del progetto Fori, stazioni e santuari: il ruolo dei centri minori nell’economia romana. I due siti in esame, stazioni di sosta d’epoca romana lungo il tratto pontino della Via Appia e Astura, erano infatti “centri minori” da considerare al pari degli odierni borghi e dunque collocati a distanza dalle città; realtà pulsanti in cui si svolgevano attività produttive, mercantili, amministrative e cultuali. Su Forum Appii e Ad Medias, entrambi fondati alla fine del IV secolo a.C., è stata rilevata la  presenza di bagni pubblici, santuari, aree produttive, tracce di attività artigianali e di uso pubblico che testimoniano un’influenza determinante sul piano economico; nei territori circostanti sono stati individuati sessanta siti archeologici.

I metodi di analisi adottati sono stati due: le ricognizioni di superficie, eseguite a piedi sui terreni alla ricerca di resti emersi dalle arature, e le prospezioni geofisiche effettuate mediante l’uso del magnetometro, strumento che consente di rilevare la presenza di resti sepolti (mura, fornaci, strade) fino a circa un metro di profondità. Molti dei dati geologici e pedologici sono stati acquisiti attraverso piccoli carotaggi a mano.

Il progetto rappresenta decisamente un apporto fondamentale per una ricostruzione storica sempre più particolareggiata attraverso segni e testimonianze tuttora visibili sul territorio. Gli studi hanno contribuito a un più preciso inquadramento cronologico, dimostrando quanto la storia locale sia molto più complessa e antica di ciò che comunemente si è portati a pensare.
L’importanza di un intervento di tale portata, rende finalmente giustizia a territori che per molto tempo sono stati scarsamente considerati a causa delle cattive condizioni precedenti alla bonifica integrale della palude negli anni ’30, ritenute inadatte all’insediamento.

La mostra fa perno sull’occupazione romana della pianura, periodo a cui risale il primo riuscito intervento di bonifica della palude. L’allestimento, a cura di Alessandro Cocchieri (Direttore del museo) e Lorenza Lorenzon (curatrice) con l’affiancamento dall’archeologa pontina Carmela Anastasia, è stato realizzato all’interno del Padiglione 1 del MAP, accanto alla collezione permanente.

Il progetto espositivo Dalle Pomptinae Paludes all’Ager Pomptinus. Archeologia e storia della Pianura Pontinia ha visto il prezioso contributo di studiosi di università italiane ed europee ed è stato co-finanziato dalla Netherlands Organization for Scientific Research (NWO), in collaborazione con il MAP e con il patrocinio del Comune di Pontinia. A supporto della mostra è stato realizzato un catalogo disponibile gratuitamente negli spazi museali e presto scaricabile dal sito www.museoagropontino.it

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Fino al 15 giugno 2016
Testi e immagini: Gijs Tol e Tymon de Haas
Progetto grafico: Siebe Boersma
Traduzione testi: Carmela Anastasia
Allestimento museografico: Alessandro Cocchieri, Lorenza Lorenzon
Coordinamento e segreteria organizzativa: MAP Museo Agro Pontino
Sezione Didattica: Carmela Anastasia, Lorenza Lorenzon

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