COSÌ FURONO PRESENTI ALL’AMORE. Due scritti inediti di Fabrizio Coscia

TRITTICO DI BACON

In una notte del 1960 a Londra, un giovane ladro entra in un appartamento nel West Land, ma fa troppo rumore e sveglia il proprietario della casa, un celebre e ricco pittore irlandese. Il ladro farfuglia qualcosa, non sa come giustificare la sua presenza, ma l’uomo, per tutta risposta, lo invita a spogliarsi e a infilarsi nel letto con lui. Da quella notte i due diventeranno amanti e resteranno insieme per undici anni, dando vita a una delle relazioni più burrascose e chiacchierate della storia dell’arte. COSÌ FURONO PRESENTI ALL’AMORE. Due scritti inediti di Fabrizio Coscia

FABRIZIO COSCIA, SOLI ERAVAMO

Tutte le vite straordinarie sono vite comuni. Non è vero il contrario. E questo precetto –fondamentale, giacché lo straordinario ci riguarda sempre –, basterebbe a racchiudere il senso di questo libro. In un’intervista Louise Ferdinand Céline[1] dichiara di aver «messo la pelle in gioco, perché non dimenticate una cosa: la grande ispiratrice è la morte. Se non mettete la vostra pelle sul tavolo, non avete nulla. Uno deve pagare. Quello che è fatto senza pagare sa di gratuito. Allora avrete scrittori gratuiti». In Soli Eravamo, il presagio céliniano è un fil rouge, un’enfasi dai contorni quasi paradossali[2] che a tratti ci fa sorridere, altri commuovere ma puntualmente ci restituisce l’umanità celata dietro le esistenze di coloro che, grazie a quella pelle sacrificata, ci parlano delle manie, delle fughe e dei deliri, dell’imprevedibile che è di tutti. FABRIZIO COSCIA, SOLI ERAVAMO

SCUOLA D’ARTE E DEI MESTIERI ETTORE ROLLI. UN PERCORSO NEL TEMPO E NELLA CULTURA

di Jamila Campagna

Nel panorama formativo italiano, in particolare nel settore dell’istruzione del Comune di Roma, esite un’interessante tipologia di scuole serali, che sono state ideate e strutturate per studenti lavoratori in tempi non sospetti, molto lontani dalla corsa alla specializzazione che è andata crescendo dopo il boom economico degli anni 50 e persino antecedenti le riforme culturali avviatesi con i primi del Novecento. Le Scuole d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma, originariamente chiamate Scuole per Artieri, sono state infatti fondate nella città capitolina nel 1871, con l’intenzione di offrire corsi pratici e storico-teorici che potessero ampliare la preparazione culturale di varie tipologie di artigiani (falegnami, fabbri, scalpellini, intagliatori, ceramisti, disegnatori, mastri vetrai, etc). SCUOLA D’ARTE E DEI MESTIERI ETTORE ROLLI. UN PERCORSO NEL TEMPO E NELLA CULTURA

GUIDA CRITICA ALLA 56. BIENNALE DI VENEZIA (ALL THE WORLD’S FUTURES)

di Rossana Macaluso

È interessante la lettura dell’intervento del Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, che definisce «Curigier, Gioni, Enwezor, quasi una trilogia: tre capitoli di una ricerca della Biennale di Venezia sui riferimenti utili per formulare giudizi estetici sull’arte contemporanea, questione critica dopo la fine delle avanguardie e dell’arte non arte»[1]. GUIDA CRITICA ALLA 56. BIENNALE DI VENEZIA (ALL THE WORLD’S FUTURES)

GIULIA MARCHI, MULTIFORMS

di Gaia Palombo

«La sua presenza aveva la semplicità intelligibile di una pietra: in piena città, mi sembrava di essere di notte in montagna, tra solitudini senza vita».

(Georges Bataile in Pierre Angélique, Madame Edwarda, Éditions du Solitaire, 1937) GIULIA MARCHI, MULTIFORMS

CARLOS D’ERCOLE, VITA SCONNESSA DI ENZO CUCCHI

Quodlibet, Macerata, 2014.

Un’analisi lucida e puntuale dell’opera di un artista comporta un rischio, quello di prescindere, paradossalmente, la sostanza che si cela al di là di un gesto pittorico, di un segno. È necessario compiere un passo ulteriore, valicare la disamina formale e spingersi nell’indagine di ciò che è nient’altro che umano. Una tale pratica deve essere distinta dal resoconto di gesta rocambolesche, di vite al limite; si tratta piuttosto di operare una riflessione profonda e critica sul pensiero dell’artista, sulla personale concezione di vita e dunque sulle ragioni del fare artistico. D’altro canto, cedendo all’eccesso opposto, si rischia di produrre una sterile impalcatura biografica, anch’essa pericolosa. CARLOS D’ERCOLE, VITA SCONNESSA DI ENZO CUCCHI

OLTRE ISIS… LA MISSIONE ITALO-IRACHENA AD ABU TBEIRAH E LE SUE ATTIVITÀ IN IRAQ MERIDIONALE

di Licia Romano e Franco D’Agostino – Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali – Sapienza Università di Roma

Abu Tbeirah è un grande sito sumero, di 43 ettari, situato 6 km a sud-est di Nassiriya, Provincia di DhiQar, e 16 km ad est di Ur, la città biblica di Abramo, l’arabo Ibrahim. Sapienza Università di Roma, è attiva su questo sito da cinque anni, con una missione italo-irachena formata da diversi archeologi e specialisti di entrambi i Paesi. OLTRE ISIS… LA MISSIONE ITALO-IRACHENA AD ABU TBEIRAH E LE SUE ATTIVITÀ IN IRAQ MERIDIONALE

RACHELE BASTREGHI. MARIE, IL RITORNO CHE LIBERA LO SGUARDO

di Gaia Palombo

A quindici anni di distanza dagli esordi discografici con i Baustelle, Rachele Bastreghi debutta come solista con Marie, un Ep di sette brani ispirati alle atmosfere degli anni Settanta. Quattro inediti, due cover e una traccia strumentale come le tappe di un viaggio nel tempo e insieme di un percorso introspettivo. Musica e suggestioni di una Francia retrò, che lungi dal cedere a passatismi nostalgici, denotano un’impronta al contempo attuale e dinamica. RACHELE BASTREGHI. MARIE, IL RITORNO CHE LIBERA LO SGUARDO

TIN BOXES

di E.M.

«Non sono l’eroe della mia storia. E a essere precisi neppure il cantore. Anche se gli avvenimenti cui ho assistito hanno sconvolto il corso, fino ad allora di scarso interesse, della mia esistenza, anche se continuano ad influenzare pesantemente il mio comportamento, il mio modo di vedere.»

(Georges Perec; W o il ricordo d’infanzia) TIN BOXES